L’ampliamento e la riqualificazione di un rifugio incastonato tra le Dolomiti di Brenta.
2024
Concorso di idee
Il Rifugio Graffer vive oggi una doppia anima che oscilla tra la natura di avamposto escursionistico e quella di struttura turistica ricettiva di grande affluenza.
Sulla base di queste premesse l’idea di progetto nasce con l’intento di tutelarne il carattere più vernacolare legato all’imaginario degli amanti dell’alta montagna, consegnando al contempo un edificio funzionale, capace di rispondere alle esigenze della grande frequentazione turistica invernale.
L’analisi dell’edificio esistente ci ha portati ad interpretare la sua “complessa” morfologia come un aggregato di volumi semplici sintetizzabili in una famiglia di elementi simili. Il progetto ha voluto tutelare questa identità e di conseguenza si è deciso di modellare le nuove funzioni in ampliamento plasmandole sul modello delle forme esistenti, generando tre nuovi volumi da montare con pertinenza in un unico macro-volume.
L’intento progettuale è stato quello di ricercare uno stretto dialogo con la preesistenza dove, sul piano compositivo, il nuovo ampliamento si accosta sul lato orientale del rifugio richiamandone la morfologia e la sua identità generativa.
I nuovi elementi aggiunti si affiancano pacatamente al rifugio, senza prevaricazione visiva assecondando i profili architettonici esistenti, ricercando un delicato equilibrio tra vecchio e nuovo. Questa volontà è apprezzabile anche nel volume della nuova scala che, pur dovendo raggiungere il piano sottotetto, riesce a non superare il limite della linea di gronda della copertura esistente.
Sul piano materico si è voluto instaurare uno stretto dialogo con il contesto naturale e con le preesistenze costruite, a partire dai paramenti murari del nuovo basamento, prodotti in cemento battuto (stampfbeton) con l’utilizzo, quale inerte, della ghiaia recuperata in loco. Questa scelta, oltre a rappresentare una riproposizione più economica e veloce delle murature in pietra a vista del rifugio esistente, creano una assonanza con le iconiche stratificazioni del massiccio dolomitico posto a nord del Graffer. Sul piano superiore si confrontano il calore del legno lamellare della nuova sala ristorante con l’involucro metallico del volume “tecnico” contenente cucine e servizi. Il rivestimento in zinco-titanio aggraffato, che richiama le coperture esistenti sarà azzurro, riverberando i colori del cielo montano, oltre a celebrare i colori del SAT (attualmente già utilizzato per gli scuri delle finestre).
Il progetto prevede la costruzione di un nuovo padiglione a doppia falda che si innesta sul lato orientale del vecchio edificio tramite l’interposizione di un elemento “cuscinetto” che, oltre a gestire i rapporti distributivi tra i due volumi, permette di preservare la funzionalità aeroilluminanti delle finestre poste a piano primo e secondo del vecchio edificio.
Al piano terra, il nuovo ampliamento è costituito da un basamento con un rivestimento in cemento pressato che si lega al terreno proteggendo e connettendo il padiglione ristorativo e quello della nuova scala che si adagiano su di esso. Attraverso lo svuotamento del basamento sotto la nuova sala ristorante si conforma uno spazio dove si affaccia l’area di vendita esterna (con affaccio Sud ed est). Tale spazio si collega ad un nuovo solarium dove potranno allocarsi tavoli e sdraio.
Adiacente all’area vendita si troverà l’accesso ai bagni per il pubblico; tale scelta ha permesso di circoscrivere le aree aperte al pubblico a vantaggio di una migliore supervisione da parte degli addetti.
Il piano terra dell’edificio esistente è stato rifunzionalizzato. Ad Ovest è stato ricavato il locale invernale (bivacco), un ambiente autonomo, direttamente connesso con l’esterno. Sempre ad ovest è stato collocato l’accesso secondario dedicato agli ospiti del rifugio che permette un comodo accesso al locale di deposito delle attrezzature (sci, biciclette, ecc..) fino ad arrivare ai bagni interni ed al nuovo vano scale.
Al piano rialzato la sala ristorante viene riconfigurata ottimizzando l’area d’ingresso e di distribuzione pasti, individuando un’area centrale funzionale che faccia da cardine agli importanti flussi di utenza.
La nuova sala con sup. netta di 60 mq e una capienza max di 64 persone sarà connessa in maniera diretta attraverso due ampi varchi nella muratura che garantiscono continuità visiva facendo riverberare la luminosità del nuovo ambiente all’interno della sala esistente. Essa inoltre offre una apertura vedutistica su tre lati aprendosi con un’ampia vetrata sul passo Grostè ad est fino al profillo del gruppo dell’Adamello ad Ovest.
Gli interni in legno offriranno il calore dei tipici rifugi con una rilettura in chiave contemporanea fatta di linee essenziali.
La nuova cucina al piano rialzato è stata progettata per garantire la massima funzionalità con una gestione attenta degli incroci pulito/sporco, limitando le interferenze tra gli ambienti per la preparazione pasti, collegati all’area self-service, e l’area di lavaggio servita da un accesso autonomo. Il sistema cucina è completato da un ufficio e da un’area dispensa provvista di frigoriferi direttamente servita dal nuovo montacarichi interno che raggiunge al piano terra il deposito e le tre celle frigorifere ed il deposito interrato. L’accessibilità alla cucina e la sua connessione con gli spazi tecnici del piano terra (deposito, wc personale, sala mensa, spazio vendita esterno) è garantita da una scala di servizio.
Punto cruciale del nuovo ampliamento è stato il posizionamento della nuova scala principale. Oltre ad una corretta ideazione in termini di sicurezza, il progetto vuole coniugare diversi principi, tra cui il mantenimento delle funzioni ai vari piani senza ridurre o stravolgere gli ambienti, la centralità e l’equidistanza della via d’esodo per tutto l’immobile, e non meno importante la questione dell’inserimento architettonico salvaguardando i profili attuali e confrontandosi con pertinenza con le preesistenze.
La nuova scala si posiziona al centro della parete nord del Graffer, adagiandosi sotto il prolungamento della falda esistente. La posizione permette di essere facilmente raggiungibile dall’ingresso del piano rialzato ed in adiacenza della nuova reception, oltre a connettere con semplicità i nuovi bagni interni al piano terra.
Per mitigare una possibile predominanza altimetrica della nuova scala il progetto prevede di far continuare all’interno del volume esistente l’ultimo tratto di rampa che unisce il primo piano al sottotetto. L’eliminazione dei corridoi attualmente necessari al raggiungimento delle vecchie scale metalliche esterne permetterà lievi modifiche distributive di alcune aree di servizio, concedendo lo spostamento dei due bagni interessati dall’ingombro del nuovo tratto di scala. La nuova scala si lega alla struttura secondo gli stessi principi materici e compositivi dell’ampliamento principale garantendo la riconoscibilità visiva della nuova addizione.
Il progetto ha operato grande attenzione nel ricercare gli schemi distributivi più razionali in modo da limitare profondamente gli esuberi volumetrici per permettere un risparmio sia di spazio occupato che di oneri di costruzione.